Tosa Pavimentazioni

Le Tecniche di Posa dei Masselli Autobloccanti

Le Tecniche di Posa dei Masselli Autobloccanti

LA BUONA RIUSCITA DELL’INTERVENTO, DAL PIÙ SEMPLICE AL PIÙ ARTICOLATO, NON PUÒ PRESCINDERE DA UNA CORRETTA PROGETTAZIONE CHE DOVRÀ TENERE CONTO DI DIVERSI FATTORI QUALI:

  • Architettura, posizione geografica, esposizione, ecc., dell’immobile;
  • Consistenza e caratteristiche geologiche del terreno interessato dall’intervento;
  • Destinazione d’uso e previsioni di esercizio della pavimentazione;
  • Caratteristiche del prodotto individuato per la scelta del corretto schema di posa;

Acquisite questa informazioni e fatte le debite valutazioni, il tecnico indicherà quali interventi dovranno accompagnare (elementi di finitura, ecc.) o precedere (preparazione piano di posa, raccolta acque superficiali, ecc.) l’intervento di pavimentazione, al fine di ottenere il miglior risultato possibile, con il prodotto scelto.

Appare evidente che quanto più l’intervento viene gestito in modo omogeneo e coordinato nelle sue diverse fasi, tanto più si avrà garanzia di risultato in termini di buona riuscita del lavoro e di responsabilità oggettive.

GLI ELEMENTI ESSENZIALI PER UNA CORRETTA POSA IN OPERA SONO:

Anche se nessuna lavorazione deve essere sottovalutata, particolare attenzione va posta nella preparazione del sottofondo; ad esso è demandata la portata della pavimentazione e ad esso sono riconducibili gran parte dei problemi che, talvolta, si riscontrano. Il sottofondo deve essere progettato, per materiali e spessori, in funzione della destinazione d’uso, proprio come la fondazione di un edificio, diversa a seconda della struttura che vi sorgerà sopra.

Trattandosi, l’autobloccante, di una pavimentazione facile da rimuovere e ripristinare all’occorrenza, il sottofondo consiste, tradizionalmente, nel riporto (previo eventuale scavo) di materiali inerti (misto naturale, stabilizzato, pietrisco, ecc.) opportunamente costipati a mezzo rullatura.

Lo spessore del sottofondo, unitamente alla tipologia dei masselli, determina la destinazione d’uso della pavimentazione; in un contesto residenziale, a seconda della qualità del terreno (argilloso, sabbioso, ecc.), si considerano normalmente 25-30 cm. di sottofondo.

Un’altra possibilità è quella di predisporre un piano di posa in calcestruzzo armato con rete elettrosaldata; questa soluzione (normalmente più onerosa) previene qualsiasi forma di cedimento, ma rappresenta un elemento che non permette il normale drenaggio della pavimentazione e dovrebbe, pertanto, essere adottata solamente in particolari casi.

La pavimentazione in masselli autobloccanti, come tutte le pavimentazioni posate “a secco” e costipate a mezzo piastra vibrante, deve possedere pendenze in grado di garantire il normale deflusso delle acque superficiali, anche in presenza di micro-assestamenti (fisiologici) dovuti al procedimento di battitura, al trascorrere del tempo o all’esercizio della pavimentazione.

La pendenza minima è, convenzionalmente, indicata nello 1%, ma l’esperienza consiglia, ove possibile, di non scendere sotto lo 1,5%; questi valori debbono essere rilevati sulle maggiori distanze (diagonali, ecc.)

Anche i materiali di posa rivestono la loro importanza.

Innanzi tutto, ove il sottofondo sia costituito da materiali inerti, si consiglia la stesura di un elemento separatore degli strati, normalmente un “tessuto non tessuto”, che deve essere, comunque, permeabile.

Lo strato di posa, detto anche di “allettamento”, consta di 4-5 cm. di sabbia (sabbione, sabbia di frantoio, ecc.) la cui granulometria deve essere di 0/6 mm., oppure di pietrischetto (spaccato) di 3/8 mm.

In questa fase della lavorazione verranno perfezionate le pendenze, già abbozzate in sede di preparazione.

Schema di posa dei masselli autobloccanti

La scelta di un prodotto piuttosto che un altro, nonché dello schema di posa più indicato a valorizzare l’intervento, dipendono dalle caratteristiche intrinseche del cantiere.

Prendendo, ad esempio, il nostro massello “Augusta”, la posa “a correre” rappresenterà la soluzione migliore in presenza di un viale lungo e stretto, mentre la posa “Romana” (incrociata) troverà la massima espressione in presenza di un piazzale su cui si affacciano diversi edifici.

Gli schemi di posa possono anche essere variati all’interno di uno stesso lavoro, conferendo dinamicità all’intervento.

Riassumendo, i masselli autobloccanti vengono posati su uno strato di sabbia di allettamento dello spessore di 4-5 cm., tirata superficialmente con righe di alluminio in modo da perfezionare le pendenze e conferire al piano la forma che avrà a pavimentazione ultimata.

Sotto lo strato di sabbia dovrà essere presente un sottofondo di adeguata consistenza e, se necessario, un elemento separatore (tessuto non tessuto).

Eseguita la posa dei masselli ed il taglio degli elementi perimetrali non inseribili interi, il posatore effettuerà la battitura della pavimentazione con una piastra vibrante ed il successivo spolvero con sabbia fine di sigillatura, per l’intasamento delle fughe. La sabbia di finitura dovrà restare sopra la pavimentazione per alcuni giorni ed essere, periodicamente, mossa per facilitarne la penetrazione; ad intasamento completato, la sabbia in eccesso potrà essere rimossa dalla superficie.

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