Le Tecniche di Posa di Porfido e Pietra Naturale
Se per i masselli autobloccanti si raccomanda un’attenta progettazione ed un’esecuzione il più possibile coordinata e omogenea, per le pavimentazioni in pietra occorre un’attenzione ancora maggiore alla realizzazione nel suo complesso, in virtù della grande varietà di materiali e di forme e, quindi, delle possibili combinazioni.
Sorvolando la trattazione della pietra lavorata in lastre o piastrelle, comune per diffusione ed intuitiva per posa in opera, preme soffermarsi sulle realizzazioni in cubetti (pavè) e sugli acciottolati.
Benché, in passato, le pavimentazioni in pietra venissero posate su sottofondo in inerte, con una lavorazione priva di cemento per garantire elasticità al complesso, oggi si preferisce adottare la soluzione del massetto in calcestruzzo, armato con rete elettro-saldata, quale piano di posa utile.
PAVÈ E ACCIOTTOLATI
Le ragioni sono da ricercarsi nelle diverse sollecitazioni cui la pavimentazione è sottoposta, nonchè nell’affermarsi di tipologie di finitura superficiale più “pratiche”. Nulla vieta, comunque, di effettuare la posa di una pavimentazioni in pietra nel modo tradizionale, una volta valutati e spiegati al cliente gli aspetti concorrenti alla scelta. Un’altro elemento importante, analogamente allo spessore nei masselli autobloccanti, è la dimensione della pietra. Trattandosi di un prodotto “a spacco”, nel caso dei cubetti, ovvero scelto, nel caso dei ciottoli, la dimensione degli elementi non può essere “calibrata”, se non con una certa tolleranza dimensionale; si parla, allora, di pezzatura. Le pezzature più diffuse sono: 4/6 (ossia con elementi che variano dai 4 ai 6 cm.), 6/8, 8/10.
Esistono anche pavimentazioni realizzate con materiali di pezzatura diversa, come ad esempio il “risséu” genovese (acciottolato di piccole dimensioni, bianco e nero, tipico ligure); si tratta, tuttavia, di casi particolari, conseguenti a specifiche esigenze. La dimensione degli elementi è importante in quanto tanto più grandi sono i cubetti o i ciottoli, tanto maggiore sarà la portata della pavimentazione.
La pezzatura 4/6 sarà, perciò, ideale per realizzare viali pedonali agevoli alla camminata, ma meno adatta alla pavimentazione di un cortile adibito al transito degli autoveicoli, ove si preferirà l’uso della pezzatura 6/8. Per effetto della dimensione variabile dei “tozzetti”, occorre prevedere, in fase di progetto, un maggior spazio di posa, inteso come spessore della pavimentazione più spessore dello strato di sabbia; nel caso di una pezzatura 6/8 si richiede, normalmente, uno spazio di posa di 13 cm. circa.
La pendenza deve essere leggermente superiore a quella prevista per i masselli autobloccanti, in quanto l’irregolarità della superficie costituirà un elemento di ostacolo al regolare deflusso delle acque superficiali. Normalmente si consiglia la pendenza del 2% (sempre calcolata sulla distanza maggiore) anche se pendenze superiori sono da preferire.
Benché siano diverse le similitudini tra una pavimentazione in pietra ed una in masselli autobloccanti, il procedimento di posa differisce radicalmente. Nel caso della pavimentazione in pietra la sabbia di posa (sabbione 0/5, sabbia di frantoio), non deve essere stesa e tirata a mezzo righe di alluminio, bensì deve formare un letto soffice in cui i cubetti o i ciottoli verranno “piantati” dal posatore con appositi martelli. Il tutto verrà eseguito secondo un preciso schema di posa (archi contrastati, coda di pavone, ecc.), nel rispetto dei piani tracciati con apposite lenze. Una volta ultimata la pavimentazione si effettuerà la compattazione con piastra vibrante, operazione che deve essere preceduta dallo spolvero di sabbia o misto sabbia/cemento.
Durante la battitura un addetto provvederà ad innaffiare abbondantemente la superficie per favorire la penetrazione ed il livellamento degli elementi.
Ultimata questa operazione ed a seconda del tipo di finitura scelto si provvederà allo spolvero della superficie con sabbia di sigillatura, oppure alla ”imboiaccatura”. Questa (normalmente praticata sulle pavimentazioni in porfido) consiste nello stendere sulla pavimentazione uno strato di cemento liquido la cui eccedenza andrà rimossa tramite la pulizia della superficie con acqua e segatura (o sabbia in alcuni casi).